Donne Informate Sui Fatti by Carlo Fruttero

autore:Carlo Fruttero [Fruttero, Carlo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Italian Fiction, Italian, European, Literary Criticism, Detective and Mystery Stories; Italian, Italian Literature, Suspense Fiction; Italian
ISBN: 8804560738
Google: ZjZlAAAAMAAJ
Amazon: B001FTTXX0
editore: Mondadori
pubblicato: 2006-04-15T13:35:33+00:00

Pensavo a un principio di collezione entomologica, invece Matti ha trovato un minuscolo animaletto scuro ed è corso al tavolo di ferro sotto la magnolia, l’ha infilato in un alto bicchiere di cristallo rossastro bordato d’oro, un servizio di fine Ottocento.

“Ma cosa fai, sei impazzito?”

“Sta’ tranquilla, gliel’ho dato io” chiariva Giacomo andando a prenderlo.

“Vedi? Stiamo facendo la pozione.”

Dentro c’era ogni sorta di schifezze, mi hanno informato fieramente.

“Terra.”

“Due mosche.”

“Polveri di cucina.”

“Un ragno.”

“Farina gialla.”

“Diverse formiche.”

“Un verme non identificato.”

“Un mezzo limone spremuto.”

Mancavano ancora rane, rospi, lucertole, zanzare e quanto al sangue (indispensabile!) aveva contribuito Giacomo, pungendosi apposta un dito. Mi mostrava il medio col suo piccolo foro rosso.

“È una pozione magnifica.”

Euforico. Scintillante. Risuscitato. E a quel punto ho capito che era venuto il momento di fare una bella chiacchierata, fra noi due.

LA FIGLIA.

L’autostima, l’autostima, sempre l’autostima, non se ne può più di questa maledetta autostima, diceva mio marito (ex) Jacopo. Gli dava sui nervi la parola, quella velleità psico-scientifica. Ma voi (io e le mie amiche), voi lo direste che Giovanna d’Arco si autostimava? E Giuditta, mentre tagliava la testa di quello là? E Lucrezia Borgia mentre faceva fuori i suoi amanti? C’era una parola che definiva benissimo la cosa: orgoglio. La storia era piena di donne orgogliose, Cleopatra, Caterina di Russia, matrone romane, poetesse, che ne so. Pieno.

Autostima era una parola da poveracce, da casalinghe: autopulente, autofriggente, autosmacchiante…

Vere e proprie arringhe, Jacopo essendo avvocato. Ciò non toglie che io abbia deciso il divorzio per autostima, Cleopatra o non Cleopatra. Orgoglio sembra una parola troppo forte, per me, per noi, di questi tempi. E del resto a nessuno più verrebbe in mente di dire che la zia Irene è iraconda. Irascibile, tuttalpiù. Cattivo carattere. Incazzosa, con licenza parlando. Quando discutevo con Bea del mio eventuale divorzio non ricordo se mi abbia parlato di orgoglio (e comunque parlavo quasi sempre io).

E lei, Bea, sarà orgogliosa? Sì, direi di sì, così a naso. In realtà, anche se siamo state e siamo ancora molto vicine, certe cose le abbiamo appena sfiorate, certi tasti non ho avuto il coraggio di toccarli. Lei mi vede come una specie di figlia, cosa che facilita i rapporti, da un lato; ma dall’altro li complica.

E poi è una donna così meravigliosamente pratica, va dritta al punto e tu ti vergogni sempre un po’ dei tuoi tentennamenti, dei tuoi ghirigori. Anche lei, però, per il necrologio di Milena sta tentennando parecchio, è un’ora buona che lei e papà continuano ad arrovellarsi – tra silenzio e silenzio – seduti alla scrivania. Lei ha (ovviamente!) un quaderno con un certo numero di formule già pronte, comprese lettere di condoglianze, auguri eccetera: ma nessuna si adatta a una cosa così.

Tragedia, questa è la volta o mai. Tragico evento. Tragica scomparsa. Ne annunciano la tragica scomparsa. Chi? Il marito. Con la figlia, cioè io. Anche i bambini? No, no, cosa c’entrano. E semplificare al massimo? È morta (improvvisamente? no), è deceduta, ha lasciato questo mondo, ci ha lasciati, Milena Martabazu in Masserano, Milena Masserano n. Martabazu, amatissima, la dilettissima, la nostra carissima… Sconvolti dal dolore lo annunciano.

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